Palazzo “De Michele Abatellis”
Il Palazzo De Michele Abatellis, realizzato nel 1860, è contraddistinto da elementi architettonici stilisticamente molto vari che lo rendono un edificio eclettico.
Esso rappresenta un particolare momento storico in cui la cultura locale si incontra con quella della rivoluzione industriale, inserendo tale manufatto nei revivals storicistici.
Il Palazzo De Michele Abatellis, infatti, riassume alcune caratteristiche fondamentali di questo ciclo. Il lotto compreso fra via Messina, Salita Regina Elena e via Roma è solo in parte occupato dal palazzo che venne modificato nelle decorazioni della terza elevazione alla fine del secolo.
Esso non ha subito eccessivi rimaneggiamenti o danni, nonostante l’inagibilità di alcuni locali, anche se attualmente necessita di un restauro dei prospetti esterni.
Dalla lettura delle piante del piano primo, piano nobile, si ha l’evoluzione per addizione di ambienti verificatasi nel rapporto con le case limitrofe.
L’accesso è posto sulla via Roma ed avviene ad una quota intermedia rispetto ai livelli del blocco dell’edificio compreso tra la Salita Regina Elena e la via Messina. Su queste due strade si affacciano i due prospetti principali in cui si riscontrano i particolari costruttivi più significativi che caratterizzano questo palazzo, Esso è contraddistinto da scelte linguistiche piuttosto varie ed ardite.
E’ da notare che la scelta del linguaggio decorativo neo-gotico è subentrato già dopo che la “progettazione” del fabbricato si era definita in stile del tutto diverso.
Un abbozzo di rivestimento lapideo, il portalino, la parasta d’angolo, ed inoltre le tracce d’aperture già esistenti nell’opus incertum, lasciate in evidenza nei prospetti, costituiscono segni ben precisi di questo passaggio.
Il contrasto tra la pietra levigata e squadrata della parasta d’angolo e delle pareti in opus incertum creano, insieme alle lesène a forma di baluardo sugli altri due spigoli in alto, un contrasto equilibrato.
Una fascia simile ad una trabeazione di stile greco, con elementi ovoidali che circoscrivono dei piccoli bassorilievi a forma di fiori stilizzati, connotate da sporgenze e rientranze, scorre nella parte alta e sembra racchiudere l’edificio.
Sulle pareti si notano delle aperture sovrastate da archi di stili diversi.
Vediamo infatti, al piano terra, aperture in stile neoclassico con cornici in pietra squadrata inserite dentro paramenti murari di pietra calcarea a conci regolari e cantonali rinforzati. Al primo piano, invece, sono stati inseriti archi gotico-normanni a cornice delle finestre ed ancora, al terzo piano, archi in stile Tudor (costituiti da due semi-archi ribassati che si inflettono per incontrarsi a cuspide).
In questi dettagli decorativi si esprimono le tradizioni locali che elaborano qui il linguaggio dei revivals stilistici anche grazie alla lavorabilità della morbida pietra tufacea locale.
Le scelte successive di un repertorio decorativo orientato verso l’eclettismo storicistico neo-medievale coincidono probabilmente con un allineamento alle influenze della cultura mittleuropea alla quale, proprio per il risveglio imprenditoriale avvenuto in quegli anni a Cianciana in seguito allo sfruttamento delle miniere di zolfo, i De Michele dovevano certamente sentirsi legati.